Il Do tragico by Augusto de Angelis

Il Do tragico by Augusto de Angelis

autore:Augusto de Angelis [Angelis, Augusto de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective
ISBN: 9788828102106
Google: EFPUDwAAQBAJ
editore: S.T.E.M. Edizioni Minerva
pubblicato: 1937-02-28T22:00:00+00:00


Capitolo XX

«A solo» per tenore

Il portinaio di notte, dietro il suo pulpito, sembrava un grosso uccello nero appollaiato. Il naso a rostro, gli occhi grigi fra le palpebre arrossate, la bocca larga coi denti acuti e radi.

Si teneva piegato verso De Vincenzi, che stava ritto davanti al banco.

Attraverso l’atrio, dal salone, si snodava il corteo dei pigiama, delle vestaglie, dei pastrani e delle mantelle gettati a ricoprire abbigliamenti sommari e impreveduti.

Le grandi porte a vetri esterne erano sbarrate dagli uomini di Gandolfi.

Il direttore puntellava sempre la colonna, come se temesse ancora che tutto l’albergo gli rovinasse sul capo.

— A che ora la guardia di notte ha dato l’allarme?

— Qualche minuto dopo le due e mezzo… Alle due e mezzo s’era mosso per la ronda…

— E chi c’era nell’atrio e nel salone?

— Nessuno… Io e un lift… Ma no! – faceva le smorfie, aggrottava la fronte per ricordare, il naso gli si muoveva comicamente. – Ora che ci penso, doveva trovarsi ancora nel salone quello lì…

— Ma chi?

— Un amico della signora Scimanova… Il tenore Coromillas… abita nell’albergo… il numero 335…

— E voi dite?

— L’ho visto alle due, quando è salita l’ultima compagnia dal bar… Stavo per spegnere la luce e lui era sdraiato in una poltrona… M’è sembrato che dormisse e ho girato i commutatori… allora, lui s’è mosso e mi ha chiesto se la signora Scimanova era tornata… Gli ho detto di no… ha mandato una specie di grugnito ed è rimasto dov’era… Ho lasciato accesa una lampada apposta per lui…

— E poi?

— E poi, quando Giuseppe è sceso correndo dalle scale, gridando che c’era il fuoco, è cominciato il trambusto e io non mi sono più curato del tenore…

— Avete veduto qualcuno dell’appartamento B durante la serata e la notte?

— L’appartamento B?… Ah! gli americani! Verso mezzanotte sono discesi tutti e tre… il banchiere e i due segretari… hanno bevuto nel bar… poi il banchiere è salito e i due sono usciti in auto…

— Voi e il guardiano notturno avete dato l’allarme nelle camere… perchè i viaggiatori scendessero?

— Sicuro!… Quando sono salito io, le camere della Scimanova sembravano fornaci! Ho creduto che stesse per prendere fuoco tutto l’albergo… Allora, abbiamo fatto di corsa i corridoi, gridando che scendessero tutti…

De Vincenzi si distaccò dal banco e si mise a osservare gli ultimi ospiti dell’albergo che con quel loro aspetto da naufraghi stavano uscendo dal salone e risalivano nelle camere.

Ma tornò subito dal portiere.

— Chi è entrato in albergo dopo la mezzanotte?

— Come posso dirglielo? Sì, certo, i viaggiatori vengono qui al banco a prendere la chiave, prima di salire, e io li vedo… Ma come vuole che ricordi? Quasi tutti rientrano assai tardi, dopo teatro…

— A che ora chiudete la porta?

— Alla una.

— Almeno, coloro che sono entrati dopo la una li ricorderete?

— A pensarci… posso ricordarli!

— A me interessa soltanto sapere se è entrato qualche estraneo…

— Credo proprio di no… Almeno fin quando sono arrivati i pompieri, chè allora abbiamo aperto le porte ed è entrato chi ha voluto…

La sfilata era finita.



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